martedì 30 maggio 2017

#11 Horror Club: l'amante addolorata

Non voglio farle delle domande indiscrete, ma lei ha notato qualcosa di strano nel suo ragazzo in questo periodo?
Qualcosa di strano? Del tipo?
Non so, nervosismo, irrequietezza. Magari delle manifestazioni di comportamenti violenti.
Stesa di fianco a lui ripensava alle domande che il detective le aveva posto. Lui dormiva beatamente al suo fianco, mostrandole una schiena bianca e pallida con alcuni nei nerastri. Respirava sommessamente. Le luci blu psichedeliche della stanza stonavano più dell'erba che avevano fumato. Era la prima volta che si rendeva conto dell'assenza delle finestre. Il fumo come faceva ad evadere da quel posto se la porta la tenevano sempre ben chiusa?
No, è sempre stato lo stesso da quando ci siamo messi insieme. Lavora, passiamo del tempo insieme, usciamo, scopiamo. Le solite cose. Non succede mai niente di nuovo o di diverso nella nostra vita.
Ne è sicura? Non gli ha mai visto addosso dei segni di colluttazione? O del sangue magari? In casa sua ha mai visto un tubo di ferro? Un tubo da lavandino?
No, mai visto niente di simile. Penso che avrei chiamato la polizia se mai fossi incappata in qualche stronzata del genere.
Eppure il tubo lui lo aveva sempre con sé, non se ne separava mai. Quando non uscivano, lo teneva poggiato su di un lato del letto, a portata di mano. Se invece abbandonavano la stanza, lo metteva sul proprio cuscino. Il tubo da lavandino era il suo orologio da polso. Lo lucidava, lo puliva, lo lavava. A volte comprava della vernice per pitturarne i punti in cui aveva preso qualche colpo violento. Lei non sapeva il motivo per cui fosse inseparabile da quell'oggetto, non sapeva neanche per cosa lo usava. Spesso era capitato che lo adoperasse per scoparla, come un vibratore manuale. La lubrificava e piano piano glielo spingeva dentro. Quella sensazione di freddo e di durezza le piaceva. Lui riusciva a farlo muovere con delicatezza su e giù, dentro e fuori. E la faceva venire piacevolmente. Non c'era niente di strano. Forse morboso, ma non violento o strano.
Se dovesse accadere qualcosa o se dovesse notare una qualsiasi anomalia sospettosa, la prego di chiamarmi. Non voglio allarmarla, ma forse lei convive con uno spietato serial killer.
Okay, vi terrò aggiornati.
Aveva tenuto quel biglietto da visita, senza farne parola con lui. Non voleva allarmarlo, non voleva che si spaventasse. Lei non aveva detto niente di compromettente, se mai ci fosse stato qualcosa da compromettere.
Si svegliò di soprassalto, afferrando al volo il tubo da lavandino come per difendersi da un nemico. Non c'era nessuno tranne la sua amante. La fissò con dolcezza. Lei non sapeva che lui era a conoscenza di quell'incontro con la polizia, di quell'incontro col detective che gli stava alle calcagna. La bacio sulle labbra, le leccò il collo e con malizia le passò la spranga sulle gambe. Le sfilò le mutandine, le fece allargare le cosce e come di consueto le infilò il tubo di ferro nella vagina, placidamente, lussuriosamente.
"Un testimone in meno è una bocca mancante che può confessare" e con un violento scattò spinse il tubo dentro, arrivando a perforarle addirittura lo stomaco. Il sangue addolorato riempì l'intero letto, più delle urla stesse.

L'uomo con la cicatrice bluastra si guardò intorno una volta terminata la sua terza storia. Sembrava toccato, commosso dalle sue stesse parole. Il fatto che narrasse racconti biografici stava prendendo più consistenza che mai, difatti pareva che avesse chiaramente esposto l'omicidio della sua donna. Era lui il serial killer del tubo da lavandino? Quante persone aveva ucciso prima di entrare in quella stanza con noi? Era lui il fondatore di questo Club? Perché darci le pillole?
Considerando poi gli effettivi poteri che stavamo acquistando e le ultime storie raccontate, sovvenivano anche altri quesiti. Aveva raccontato questa storia poiché già accaduta oppure lo aveva fatto per uccidere narrativamente la sua ragazza cosicché non parlasse col detective? Non aveva preso tablet né fatto dirette, come potevamo mai capire che fine aveva fatto quella donna? Il detective sarebbe morto nei prossimi racconti o sarebbe riuscito a fermare il serial killer del tubo?
La ragazza dell'eterocromia si alzò in piedi...

3 commenti:

  1. Immagine azzeccatissima. Mi piace il fatto che hai utilizzato il colore blu, peccato che in lingua italiana non renda più di tanto il suo effettivo significato!

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    1. Ovviamente sai chi sono, solo che sto profilo blogger non l'aggiornavo da na vita ahahah

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    2. Finché qualcuno non l'avesse scritto, sarei rimasto col dubbio che non si fosse capito. Sapevo che uno come te avrebbe letto tra le righe il vero significato dell'utilizzo del colore blu e dell'immagine allegata. Non mi deludi mai! E posso dire che Nooberone era un nome stupendo hahahahahahha

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