sabato 16 giugno 2018

#1 Kill Her: una setta ascetica

Le fiammelle traballanti delle candele rosse accese illuminavano un androne vuoto ricco di panche e di alcuni tappeti circolari. Un odore di chiuso si stanziava a ridosso delle pareti tinteggiate di beige, mescolandosi ad un ulteriore olezzo mefistofelico che proveniva dal cielo. Lungo il soffitto macchiato di muffa infatti, una fila di grosse croci di legno erano inchiodate orizzontalmente. Su di esse erano legati degli scheletri umani di diverso colore: alcuni biancastri, altri neri e ammuffiti, altri ancora sfoggiavano un giallo pallido e spento. Solo una croce conservava su di sé un corpo quanto meno fresco, ma anche quest'ultimo, posizionato grosso modo dove vi era l'entrata principale del luogo, era comunque in uno stadio di putrefazione avanzata. Era pressoché deceduto da quasi un anno circa.
La porta si spalancò, venendo anticipata da un brusio di voci sommesso, e dodici uomini entrarono all'interno dell'androne, posizionandosi giusto al centro e abbassando i propri sguardi al suolo.
Non indossavano tuniche, non indossavano cappucci, non portavano alcun cimelio religioso o alcuna reliquia. Eppure le parole che pronunciavano erano versetti in latino della bibbia, recitati a memoria. Stringevano le mani come quando si prega e gettavano i propri sguardi sottomessi verso il pavimento. Non erano preti però ed erano vestiti in modo del tutto casuale. Non avevano neanche un vangelo o un altro tipo di testo religioso e di certo non parevano intenzionati ad inginocchiarsi.
Dopo alcuni minuti, il silenzio prese il sopravvento e tutti rialzarono lo sguardo, puntandolo verso il mosaico di scheletri e croci che componeva il soffitto. Delle lacrime bagnarono alcuni dei volti ed uno di questi ruppe il cerchio formatosi, mettendosi al centro.
"Questa notte, amici miei, è cominciato finalmente il nostro piano. Questa notte, amici miei, i nostri dodici omicidi hanno riempito il vaso che da quasi un anno attendiamo di rovesciare e distruggere. Quello che ci è stato fatto deve essere ripagato e quello che deve essere ripagato va portato a compimento con rapidità. Dopo quasi 2000 anni, la nostra setta è stata affrontata e sbeffeggiata e noi non possiamo minimamente permettere che questo resti impunito. Dobbiamo inoltre riportare lo splendore e il vigore sulla nostra reputazione e sulla nostra supremazia, prima che il Secondo Millenario venga celebrato, altrimenti la discordia e il disonore faranno estinguere tutti noi. Perderemmo la dignità se non lo facessimo! Noi siamo esseri umani, siamo dei, siamo plasmatori del mondo e profeti della parola creatrice. In alto le nostre Armi di Distruzione, benediciamole prima del compimento del secondo passo!".
Ognuno degli uomini, dopo aver ascoltato le roche e carismatiche parole dell'uomo apparentemente leader, rimosse dalla cintola dei propri pantaloni un utensile casalingo. Qualcuno stringeva un martello, qualcun altro un forchettone per gli spaghetti e qualcun altro ancora una grattugia. Erano strumenti normali, acquistabili tranquillamente in qualsiasi supermercato o ferramenta. Vennero alzati al cielo stretti da entrambe le mani degli accoliti e, sotto la luce dei ceri, il sangue che li ricopriva tutti brillò lucido e focoso. Quelle erano le dodici armi contundenti dei delitti notturni.
"Abbiamo usato la nostra simbologia al meglio con le nostre potenti reliquie!", strillò improvvisamente il leader.
"Benediciamole!", risposero tutti in coro.
"Abbiamo lasciato i nostri significati, nascondendoli con quegli stupidi pentacoli e con quegli altri simboli privi di senso!".
"Benediciamoli!".
"Abbiamo suggerito una falsa pista a chi di dovere!".
"Benediciamola!".
"Abbiamo lasciato però inciso il nome di chi dovrà pagarla...", concluse sussurrando, ma venendo udito da tutti i presenti, i quali non fecero attendere la propria bofonchiata risposta.
"Selene... che tu sia maledetta...".
E il silenzio cadde di nuovo.

venerdì 15 giugno 2018

#0 Kill Her: i dodici inspiegabili omicidi

Selene parcheggiò la propria auto nel vialetto di casa come ogni sera quando ritornava dal dipartimento. Si sentiva stanca e spossata, ma finalmente era venerdì ed il suo turno di lavoro, protrattosi per due lunghissime ore in più, era già finito. L'indomani sarebbe stata libera, il sabato era sempre il suo giorno di riposo e di solito lo passava andando al parco o vedendosi con le amiche.
Per essere un detective capo di 40 anni e rotti della sezione investigativa, era comunque una donna che si teneva in forma e conservava il proprio corpo tonico grazie all'attività fisica e alla palestra, dove andava a sudare almeno 4 volte alla settimana. Se non si fosse sparsa la voce del suo essere single e del suo non avere figli o legami sentimentali, sarebbe potuta passare tranquillamente per una splendida ed affascinante madre di mezza età. Magari una di quelle su cui tanti adolescenti, ma anche tanti adulti, fantasticano in privato o in compagnia di amici stretti e pervertiti.
Tirò il freno a mano, richiuse la porta del garage alle proprie spalle e finalmente spense l'automobile, lasciandosi andare ad un lungo e meritato respiro di sollievo.
Era a casa, era sola e adesso avrebbe potuto rilassarsi. Per almeno 24 ore non ci sarebbero stati omicidi su cui investigare, scene del crimine insanguinate dove trovare indizi o ricostruire atti violenti, prigionieri o sospettati da interrogare e mettere sotto torchio e parenti da consolare in qualche modo. Sola, libera, leggera, rilassata, solo questi sarebbero stati gli stati d'animo di cui avrebbe dovuto prendersi cura e relativamente preoccuparsi. Non c'è cosa migliore infatti per l'essere umano di quella di non dover pensare a nulla e dover solamente mettere in atto il proprio godibile relax.
Entrò in casa dalla porta interna del proprio garage, chiamò e salutò la sua piccola gattina di nome Anya, mettendole anche dei buoni croccantini freschi, e poi fece una corsa diretta verso la doccia. L'acqua calda era per lei una droga tanto potente quanto lo erano delle buone coperte fresche e tiepide sotto cui addormentarsi dopo una giornata di lavoro.
Si lavò con calma ovviamente, facendosi un lunghissimo shampoo, depilandosi le gambe con il rasoio usa e getta e passando sulla propria pelle le varie creme corporee e creme viso che solitamente usava per idratarsi. Applicò anche una maschera facciale, prima di scendere al piano di sotto, difatti la sua gatta si spaventò quando le vide il viso verdognolo a causa dell'aloe vera. Scoppiò a ridere quando la vide correre via dalla sedia su cui si stava leccando, per fuggire a nascondersi sotto al divano.
Prese una delle bottiglie di birra che aveva nel frigo e mise nel microonde degli avanzi di pasta da riscaldare. Mettersi a cucinare qualcosa di fresco alle 10 di sera non sarebbe poi stata una buona idea, tanto valeva non buttare quel cibo che aveva già preparato il giorno prima.
Stappò la bottiglia con l'uso di una forchetta e fece un inebriante e fantastico sorso gelido. Il liquido giallo scese in gola come uno dei più fantastici nettari mai conosciuti, riscaldandola e raffreddandola allo stesso tempo. Si sedette sul divano e accese la televisione.
Cominciò a far scorrere i canali perché non aveva minimamente idea di cosa voler guardare, ma quella pigrizia e quella inerzia erano semplicemente le parti integranti del proprio modo di rilassarsi. Non doveva fare nulla e non doveva pensare a nulla. Punto e basta.
Poi però avvennero nello stesso momento due cose tremendamente collegate.
Lei si soffermò per un solo secondo su un notiziario notturno di una tv locale e il suo cerca-persone suonò con ingordigia e avidità.
Dodici cadaveri erano stati scoperti dalla polizia grazie a telefonate anonime e apparentemente tutti quanti erano morti durante lo stesso lasso di tempo.
Prese il cerca-persone già sapendo che quella serata sarebbe andata a farsi fottere, ma prima che potesse anche solo leggere il messaggio, il suo telefono di casa suonò. Era il suo collega e le chiedeva di ritornare subito in dipartimento.
"C'entrano i 12 omicidi che ho appena visto al notiziario?", domandò annoiata e incazzata.
"Sì, Selene".
"Io ho finito il mio turno e domani non devo lavorare, quindi perché mi stai chiamando? Convoca Charles!".
"Non è solo l'orario che accomuna queste morti", spiegò con voce roca il suo collega.
La donna con ancora i capelli umidi deglutì e non riuscì a chiedere di cos'altro si trattasse, prima che la persona all'altro lato del telefono glielo comunicasse direttamente.
"Sono stati uccisi tutti con un'arma contundente diversa, è stato disegnato un pentacolo con il loro sangue sulle mura dei vari soggiorni e sulla pelle dei loro polpacci è stato inciso il tuo nome...".
Il microonde fece risuonare la propria campanella per annunciare il piatto pronto e riscaldato. Peccato che quella sarebbe stata una pasta che mai avrebbe mangiato, esattamente come quei capelli umidi con cui si rigettò nella notte senza mai più asciugarli.