sabato 24 giugno 2017

#1 Savior: piscina di sangue

Quando si sedette a bordo piscina, per riprendere un po' fiato dopo tutte quelle vasche, si accorse che quasi la metà delle ragazze era già andata a fare la doccia.
Si sentiva sfinita, distrutta fino allo stremo. Stava cominciando ad odiare quella faticosa acqua che puzzava di cloro.
La sua allenatrice le spingeva al massimo, le spingeva oltre i loro limiti, dava loro il sogno di una impossibile olimpiade. A sedici anni, senza gare né allenamenti mirati, era ormai improbabile raggiungere quei livelli e finire in quella tipologia di competizioni.
Si alzò in piedi, lasciando che le mattonelle sotto il suo sedere si bagnassero di più e si diresse verso gli spogliatoi, cercando di non scivolare. Non aveva portato le ciabatte, come una stupida le aveva lasciate in borsa.
"Signorina!", disse una voce alle sue spalle. "Non si cammina lungo questa zona senza niente ai piedi! Potrebbe farsi male e gettare acqua ovunque!".
Si voltò per scusarsi, per giustificare quel suo comportamento, ma quando si girò vide un uomo mai incontrato prima. Doveva essere il nuovo istruttore delle classi maschili, un uomo che lei non aveva mai visto.
Era in quei momenti che Lizzy odiava il suo dono, quello di poter vedere oltre, di poter vedere tutto senza filtri. Sapere ogni cosa di una persona senza chiedere il permesso né averne la voglia.
Lo vide sudato a guardare la televisione con tantissime bottiglie di birra vuote sul divano, lo vide scrutare la moglie che piangeva facendo i piatti, lo vide costringerla a scopare, lo vide rompere una sedia soltanto perché la sua squadra aveva perso una partita. Lo vide tossire, lo vide bere. Lo vide guidare e andare a lavoro. Vide quando da piccolo suo padre lo picchiava perché gli piaceva stare in stanza nudo a fissarsi allo specchio, lo vide al mare mentre accarezzava sua figlia. Vide quando abbastanza cresciuto rispose a suo padre, lo picchiò e andò via di casa senza mai più ritornare. Lo vide piangere, lo vide fumare. Ma quello che vide per ultimo, fu sua figlia legata in cantina come un animale. Segregata, frustata e piangente. Adagiata a terra a mangiare in una ciotola, e questo solo perché aveva risposto male.
"Ha capito quello che ho det..." e con un pugno dritto sul naso Lizzy lo buttò a terra, facendogli perdere i sensi.
Una rabbia anormale le era salita in corpo, cruda e selvaggia come mai lo era stata prima. Quell'uomo era una bestia, uno schifoso porco e un lurido padre. Un uomo che aveva sofferto ed aveva fatto sì che la sofferenza fosse il suo comportamento per il futuro.
Lizzy non lo poteva tollerare.
Ma adesso, con lui a terra e con il naso rotto, cosa diamine doveva fare?
Gli diede comunque un calcio nelle palle prima.

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