lunedì 17 aprile 2017

#1 Racconti in rosa: autobus

Ho provato tantissimi tipi di amore nella mia vita, tanti quanti ne conosce l'uomo, eppure ho sempre covato la sensazione che in questa esistenza nessuno di noi abbia mai davvero amato. Appuntamenti, serate brave, relazioni serie e durature, infatuazioni, tarli sessuali, sfruttamenti, delusioni, abbandoni, rimandi. Tutto. Tutto di tutto. Nessuno in questo tutto di tutto è mai riuscito a provare un sentimento vero, puro, unico, decisivo, assoluto.
Era un periodo strano della mia vita. Vivevo di solo lavoro e le uniche compagnie che avevo al di là dei colleghi erano quei pochi coinquilini con cui avevo stretto amicizia nella grande casa in comune in cui vivevo. Mi svegliavo alle quattro del mattino e viaggiavo per circa un'ora per raggiungere il posto di lavoro, dove restavo fino alle quattro del pomeriggio prima di effettuare il medesimo viaggio di ritorno. Viaggiavo in pullman da mesi sempre con gli stessi turni di lavoro, vedendo sempre la stessa gente salire e sempre la stessa gente scendere. Nessuno di interessante, nessuno di memorabile, nessuno con cui stringere amicizia o scambiare due chiacchiere.
Ricordo che una bella mattina mi fu chiesto di recarmi a lavoro più tardi, poiché con l'assenza di uno dei miei colleghi, serviva che io chiudessi il negozio. Sarei dovuto scendere di casa alle sette del mattino e giungere a lavoro alle otto e mezza circa. Mai successo, nessun precedente. Il giorno inoltre era calmo e sereno, con un sole tiepido che invogliava il buon inizio di giornata.
Fu durante quel viaggio d'andata che la vidi. Lei era lì ad una fermata di passaggio, vestita con una gonnellina nera ed una maglietta rosa, aspettando un pullman che non era quello su cui viaggiavo. I capelli lunghi neri, gli occhi scuri, la carnagione mulatta. Una borsa molto piccola e nera che le scendeva lungo il fianco formoso, a pochi centimetri da una pancia piatta sovrastata da un seno appena visibile. Lunghe gambe affusolate senza calze che finivano in un paio di scarpe da ginnastica immacolate.
Mi salirono delle palpitazioni incredibili quando la vidi, non potevo crederci. Era stupenda, fantastica, di una bellezza disumana. Quasi non riuscivo a guardarla, che un tremendo imbarazzo mi coglieva e mi assaltava. Chi era? Dove era diretta? Sarebbe entrata mai nella mia vita? L'averi mai conosciuta davvero? L'avrei mai baciata? Avrei mai assaporato il suo odore?
La vita è fatta di occasioni e la bravura dell'uomo risiede nella prontezza del coglierle. Fui tentato di scendere alla fermata dove lei attendeva. Ma cosa avrei detto? Cosa avrei fatto? Da dove avrei dovuto cominciare?
Non sapevo rispondermi e così non mi alzai dal posto.
Non scesi a quella fermata, e lei non salì. Così com'era apparsa, così scomparve, come se niente fosse mai accaduto. Io però so per certo che quella fu la volta in cui mi avvicinai di più a quello che è il vero amore.

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