Le fiammelle traballanti delle candele rosse accese illuminavano un androne vuoto ricco di panche e di alcuni tappeti circolari. Un odore di chiuso si stanziava a ridosso delle pareti tinteggiate di beige, mescolandosi ad un ulteriore olezzo mefistofelico che proveniva dal cielo. Lungo il soffitto macchiato di muffa infatti, una fila di grosse croci di legno erano inchiodate orizzontalmente. Su di esse erano legati degli scheletri umani di diverso colore: alcuni biancastri, altri neri e ammuffiti, altri ancora sfoggiavano un giallo pallido e spento. Solo una croce conservava su di sé un corpo quanto meno fresco, ma anche quest'ultimo, posizionato grosso modo dove vi era l'entrata principale del luogo, era comunque in uno stadio di putrefazione avanzata. Era pressoché deceduto da quasi un anno circa.
La porta si spalancò, venendo anticipata da un brusio di voci sommesso, e dodici uomini entrarono all'interno dell'androne, posizionandosi giusto al centro e abbassando i propri sguardi al suolo.
Non indossavano tuniche, non indossavano cappucci, non portavano alcun cimelio religioso o alcuna reliquia. Eppure le parole che pronunciavano erano versetti in latino della bibbia, recitati a memoria. Stringevano le mani come quando si prega e gettavano i propri sguardi sottomessi verso il pavimento. Non erano preti però ed erano vestiti in modo del tutto casuale. Non avevano neanche un vangelo o un altro tipo di testo religioso e di certo non parevano intenzionati ad inginocchiarsi.
Dopo alcuni minuti, il silenzio prese il sopravvento e tutti rialzarono lo sguardo, puntandolo verso il mosaico di scheletri e croci che componeva il soffitto. Delle lacrime bagnarono alcuni dei volti ed uno di questi ruppe il cerchio formatosi, mettendosi al centro.
"Questa notte, amici miei, è cominciato finalmente il nostro piano. Questa notte, amici miei, i nostri dodici omicidi hanno riempito il vaso che da quasi un anno attendiamo di rovesciare e distruggere. Quello che ci è stato fatto deve essere ripagato e quello che deve essere ripagato va portato a compimento con rapidità. Dopo quasi 2000 anni, la nostra setta è stata affrontata e sbeffeggiata e noi non possiamo minimamente permettere che questo resti impunito. Dobbiamo inoltre riportare lo splendore e il vigore sulla nostra reputazione e sulla nostra supremazia, prima che il Secondo Millenario venga celebrato, altrimenti la discordia e il disonore faranno estinguere tutti noi. Perderemmo la dignità se non lo facessimo! Noi siamo esseri umani, siamo dei, siamo plasmatori del mondo e profeti della parola creatrice. In alto le nostre Armi di Distruzione, benediciamole prima del compimento del secondo passo!".
Ognuno degli uomini, dopo aver ascoltato le roche e carismatiche parole dell'uomo apparentemente leader, rimosse dalla cintola dei propri pantaloni un utensile casalingo. Qualcuno stringeva un martello, qualcun altro un forchettone per gli spaghetti e qualcun altro ancora una grattugia. Erano strumenti normali, acquistabili tranquillamente in qualsiasi supermercato o ferramenta. Vennero alzati al cielo stretti da entrambe le mani degli accoliti e, sotto la luce dei ceri, il sangue che li ricopriva tutti brillò lucido e focoso. Quelle erano le dodici armi contundenti dei delitti notturni.
"Abbiamo usato la nostra simbologia al meglio con le nostre potenti reliquie!", strillò improvvisamente il leader.
"Benediciamole!", risposero tutti in coro.
"Abbiamo lasciato i nostri significati, nascondendoli con quegli stupidi pentacoli e con quegli altri simboli privi di senso!".
"Benediciamoli!".
"Abbiamo suggerito una falsa pista a chi di dovere!".
"Benediciamola!".
"Abbiamo lasciato però inciso il nome di chi dovrà pagarla...", concluse sussurrando, ma venendo udito da tutti i presenti, i quali non fecero attendere la propria bofonchiata risposta.
"Selene... che tu sia maledetta...".
E il silenzio cadde di nuovo.