Il bambino non riusciva a fare altro che fissare il clown al centro del telone. Tutte le persone che ammiravano lo show dei giocolieri, l'odore del popcorn caramellato, la puzza del piscio di animali sequestrati, le luci smorzate che cercavano di illuminare ogni angolo. Eppure il ragazzino non riusciva a fare altro che fissare le palle colorate che il clown faceva roteare tra le mani. Una rossa, una gialla, una blu, una verde ed una rosa. Erano strane. Avevano dei disegni particolari. La rosa era quella che lo inquietava di più, pareva fuori luogo.
Quel circo era lì da più di una settimana, stava incassando tantissimi soldi con il tutto esaurito ogni sera. In quella piccola cittadina di spettacoli simili se ne vedevano veramente pochi durante l'anno, per cui la novità riusciva sempre a fruttare un bel po' di soldi. C'erano le tigri, i cerchi infuocati, la donna cannone, i clown, gli elefanti, gli equilibristi, i funamboli e i giocolieri. C'era di tutto, anche i chioschi posti ai quattro angoli del grandissimo telone erano in grado di fornirti e rifocillarti praticamente con ogni cosa. Tutto era puramente circense, tutto era perfetto. Per il bambino però quel clown al centro esatto dello spiazzale non c'entrava nulla con tutto questo mondo.
I colori blu e bianchi che gli tingevano il viso erano stinti e macchiati, come se li avesse portati sul viso per giorni senza mai rinforzarli o rifarli. Il sorriso color rosso acceso attorno alle labbra sembrava incrostato, come sangue rappreso, ed aveva invece un colore intenso rispetto alle altre pitture. Quel clown non sorrideva e non appariva in nessuno degli spettacoli della serata, stava lì al centro di tutto a far roteare le sfere colorate tra le mani. Emanava una strana puzza, stantia, antica, e i suoi vestiti erano logori e consunti, sebbene non mostrassero cenni di cedimento o strappi visibili. Chi era quell'uomo? Si chiedeva il fanciullo. Non faceva ridere come clown, non attirava l'attenzione, non sorrideva, non intratteneva, non faceva ridere la gente. Faceva roteare le palline, era bravo in questo, ma era concentrato solo in questo. Non si guardava neanche intorno.
Il bambino si avvicinò, il clown colse la sua presenza ma cominciò a guardarlo giusto con la coda dell'occhio. C'era puzza di sangue, puzza di morte.
La pallina rossa a strisce marroni era un pomodoro marcio. La pallina gialla era un uccellino decapitato. La pallina blu era un fungo avvelenato e fetido. La pallina verde era del muschio appallottolato.
La puzza era veramente insopportabile, il bambino sentiva di dover vomitare.
La pallina rosa era la testolina imbalsamata di un neonato...
In quel momento il clown cominciò a sorridere...
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